Avevo aperto da pochi mesi quando passò ufficialmente questa fantomatica OMOLOGAZIONE OBBLIGATORIA. E tutto sommato è così, insomma è obbligatoria per noi produttori e venditori Europei. Siamo obbligati a certificare i nostri capi tramite diversi test con i quali sottoponiamo i tessuti, le cuciture e gli accessori a prove di abrasione, impatto ecc. Nonostante il mio trascorso da atleta professionista di Taekwondo (dove di botte ne si danno ma se ne prendono anche) ho sempre avuto paura che con anche una caduta stupida avrei rischiato di farmi male, per questo motivo ho sempre preso molto seriamente la sicurezza in moto. (SPOILER: si mi è capitato di cadere!) Oddio le prime volte sono andata anche io in giro con le scarpe da ginnastica invece che con gli stivali super mega pro ma sicuramente appena mi fu chiaro che il tempo trascorso in moto sarebbe solo che aumentato decisi di acquistare tutto l’occorrente, step by step ma in poco tempo l’equipaggiamento fu acquistato. L’unico capo che non entrò nel mio guardaroba fu ovviamente il pantalone che non decisi assolutamente di comprare ma invece ho optato per crearne uno totalmente nuovo. Ciao exagon66! Ma questa è un’altra storia… Tornando a noi….. Avendo aperto una srl in Italia e avendo depositato un brevetto di invenzione industriale non ero molto entusiasta di dover omologare nuovamente i capi perché i nostri tessuti erano già certificati ma come si può leggere dal titolo essendo obbligatoria non ho avuto molta scelta. Mi sono affidata ad uno dei DUE centri in Italia riconosciuti per effettuare questa omologazione (vasta scelta eh), entrambi i centri sono eccellenti, se ho tutte queste informazioni e grazie anche a loro! Innanzitutto la normativa completa non si trova, bisogno pagare per ottenerla completa e poterla leggere. Simpatici…. Riassumendo in parole povere e in quelle più importanti per gli utilizzatori finali ovvero i motociclisti le info da sapere per scegliere i capi sono: Il nostro corpo è stato diviso in tre zone di impatto. Zona 1 – 2 – 3
Divide inevece i capi anche in classi A- B – C ecc, che regolamenta invece se i capi sono siano sia da anti impatto e anti abrasivi o solo una di queste cose.La categoria più diffusa per l’abbigliamento da strada è la A (che racchiude i capi sia antiabrasivi che con protezioni anti impatto); che a sua volta si divide nelle classi: A – AA – AAA La categoria A: Omologato fino a 45kmh (test antiabrasione nella Zona 1), meno nella zona 2, praticamente nulla nella zona 3. Le protezioni obbligatorie per questa categoria sono meno rispetto alle altre categorie, prendendo come esempio la categoria dei pantaloni è obbligatoria solo la ginocchiera, i fianchi no. Insomma la prima categoria, quella dove hai una protezione basica, per tragitti cittadini, quotidiani dove si ha la necessità magari di avere un abbigliamento comodo. Categoria AA: Omologato fino a 70kmh (test antiabrasione nella Zona 1), meno nella zona 2 (45kmh) e ovviamente ancora meno nella zona 3. Le protezioni da anti impatto obbligatorie per questa categoria nei pantaloni vedono sia quelle dei fianchi che le ginocchiere, mentre per le giacche sono obbligatorie le protezioni per le spalle e per i gomiti, quella della schiena no. E’ la categoria più diffusa per avere un abbigliamento da strada protettivo e comodo. Categoria AAA: che oltre a sembrare un annuncio è la categoria del super saiyan 4° livello! Le tute da pista DEVONO essere in questa classe, le protezioni DEVONO essere di livello 2 con i test da superare dell’abrasione con più kmh (90 in zona 1), ovviamente i capi possono essere ingombranti e scomodi. (Dovuto ovviamente allo spessore nelle protezioni e agli strati dei tessuti per superare i test). MA COSA COMBINANO I MIEI COMPAGNI DI MERENDE?? EH…. Vi invito a leggere il trafiletto seguente e andare a riguardare nuovamente l’immagine delle zone che trovate qualche riga più su… Secondo voi è giusto che la zona 1 per il test dell’ Abrasione sia ridotta alle sole articolazioni? Secondo voi, in una caduta gratteremo solo il ginocchio o nella maggior parte dei casi scivoleremo anche sull’esterno della gamba? ATTENZIONE: non sto parlando delle protezioni…. Sto parlando dell’aria di di impatto contro l’asfalto in caso di caduta. Area di fregamento… Mi chiedo se chi ha scritto la normativa è mai andato realmente in moto…. qui ho bisogno già di una pausa e di Checco in aiuto se no sbrocco.
E i brand cosa fanno? Aggiungono il loro amato Kevlar SOLO nelle parti dove gli serve per superare i test. Così loro ottengono l’omologazione e voi credete di acquistare un capo di categoria AA, ma che in realtà non lo è.
In alternativa lo foderano internamente con il Kevlar (si vede tanto nel mondo del jeans), ci mancherebbe non è mica illegale anzi, il capo è protettivo… sotto però. Il tessuto sopra si apre… Alla fine dei conti l’importante è la sicurezza ovviamente, ma è giusto che conosciate il capo che state acquistando! Personalmente non ritengo veramente protettivi i capi che hanno le fodere solo sulle zone di impatto, dai spendeteli 5€ in più e foderateli almeno sti capi!!!
Lo fanno ovviamente perché gli è possibile farlo, la normativa richiede che il capo superi i test solo in quelle zone ben delimitate e il capo in effetti li supera. Quindi loro dormono sogni tranquilli e facendo così risparmiano anche molto sui materiali. Entriamo in un discorso enorme che racchiude dal costo del prodotto alla politica aziendale che ogni marchio ha, personalmente essendo motociclista ho sempre avuto come obiettivo il creare il capo più protettivo possibile per il mio segmento e la nicchia di mercato di riferimento.
Poi ci sono diversi brand come Exagon66 (ad esempio eh ) che investono, certificano, creano tessuti che non hanno bisogno di nessuna fodera per passare l’omologazione e che non aggiungono fodere a caso solo per passare in un’altra categoria sapendo che il loro capo non lo è realmente.
Preciso anche che ognuno è libro di comprare, produrre e vendere qualsiasi capo voglia ma bisogna anche dare le corrette informazioni ai clienti per poter valutare personalmente il capo e scegliere il capo migliore per le proprie esigenze.
Personalmente ritengo che la normativa sia stata voluta fortemente da molteplici brand che hanno tentato così di tutelarsi dal mercato asiatico: Pakistan, India, Cina ecc…. che stava inondando il mercato Europeo con gli stessi prodotti smarchiati alla metà della metà del prezzo…. Come mai? Semplice… Glieli producono loro i capi. L’omologazione così obbliga (se magari), diciamo che in teoria dovrebbe obbligare anche tutti questi produttori del FAR EST a certificare i loro capi, anche per colore….. Un investimento che pochi hanno la voglia di fare.
Detto questo penso di aver alzato già abbastanza il polverone e di aver fatto un po’ di sana polemica, spero di aver dato delle REALI informazioni e vi saluto! P.S. mangiate le verdure che fanno bene! Alla prossima!
"Omologazione capi protettivi"
Morena Cipolletti
Elia Saviane
Cristian Andreoli
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